domenica 15 giugno 2025

#ARTE IN MAREMMA

 

La Maremma è ricca di musei e siti archeologici che conservano reperti etruschi, romani e medievali, come il Museo Civico Isidoro Falchi a Castiglione della Pescaia e il Museo di San Pietro all'Orto a Massa Marittima, dove si possono ammirare opere di grande valore storico-artistico, tra cui sculture e pitture sacre del XIII e XIV secolo146.

Sul versante contemporaneo, la Maremma ospita diversi parchi d’arte all’aperto, veri e propri musei a cielo aperto che attraggono visitatori da tutto il mondo. Tra questi spiccano il Giardino dei Tarocchi a Capalbio, con le sue sculture ispirate agli arcani maggiori dei tarocchi realizzate da Niki de Saint Phalle, e il Teatro delle Rocce a Gavorrano, un suggestivo spazio ricavato in un’ex cava di pietra che ospita eventi culturali e installazioni artistiche127.

La Maremma è stata terra d’adozione e fonte d’ispirazione per artisti di fama come Italo Calvino, Giacomo Puccini e Mario Monicelli. Inoltre, pittori come Giovanni Fattori, esponente della scuola dei Macchiaioli, hanno immortalato i paesaggi e le figure tipiche della Maremma, come i butteri a cavallo, esprimendo il rapporto profondo tra uomo e natura in questa terra15.

ROCCE IN MAREMMA

 

Roccastrada e Roccatederighi (trachite)

Le aree di Roccastrada e Roccatederighi sono celebri per la presenza della trachite, una roccia vulcanica molto usata anche nell’edilizia locale. Passeggiare in questi borghi permette di ammirare antiche costruzioni in trachite e di osservare da vicino questa pietra dalle caratteristiche uniche, che testimonia l’attività vulcanica passata della Maremma.

Teatro delle Rocce, Gavorrano

Il Teatro delle Rocce di Gavorrano sorge in un’ex cava di pietra e offre un esempio spettacolare di come la geologia e la storia mineraria della Maremma si intreccino. Qui si possono osservare affioramenti di rocce tipiche della zona, come calcari e arenarie, in un contesto suggestivo che ospita anche eventi culturali.

Museo di Storia Naturale della Maremma

Per chi vuole approfondire la conoscenza delle rocce, dei minerali e dei fossili della Maremma, il Museo di Storia Naturale rappresenta una tappa fondamentale. Qui si trovano collezioni che illustrano la straordinaria varietà geologica del territorio, con esempi di rocce provenienti da tutta la provincia.

BATTAGLIA DI MONTEMASSI



 https://it.wikipedia.org/wiki/Guidoriccio_da_Fogliano_all'assedio_di_Montemassi

DAVID LAZZARETTI, IL CRISTO DELL' AMIATA

torre giurisdavidica eretta da Lazzaretti e dai suoi seguaci 

David Lazzaretti

David Lazzaretti (6 novembre 1834 – 18 agosto 1878) è stato un predicatore e leader religioso italiano attivo in Toscana, soprattutto nell'area del Monte Amiata, alla fine del XIX secolo.

Nato ad Arcidosso in una famiglia contadina povera, inizialmente conduceva una vita umile lavorando come barrocciaio (trasportatore con il carro). Dopo un'esperienza visionaria nel 1868, in cui affermò di aver ricevuto una rivelazione dalla Vergine Maria, Lazzaretti iniziò a vivere in modo eremitico, ispirandosi a San Francesco d’Assisi, e cominciò a radunare attorno a sé un gruppo di seguaci tra i contadini locali.

Fondò un movimento religioso con forti elementi millenaristi e proto-socialisti, centrato sul Monte Labbro, che rinominò Monte Labaro. Questo movimento comprendeva tre organizzazioni religiose: la Santa Lega, l’Istituto degli Eremiti e Penitenti, e la Società delle Famiglie Cristiane, coinvolgendo circa 80 famiglie che condividevano beni e lavoro in modo comunitario.

Lazzaretti si proclamò seconda incarnazione di Cristo, guadagnandosi i soprannomi di “Cristo dell’Amiata” o “Profeta dell’Amiata” per le sue affermazioni visionarie e il suo destino tragico. Il movimento, chiamato Giurisdavidici, fu condannato dalla Chiesa cattolica.

Il 18 agosto 1878, mentre guidava una processione pacifica verso il paese di Arcidosso per annunciare una nuova era di giustizia e spiritualità, fu ucciso a colpi di pistola dalle forze di polizia locali. I suoi seguaci erano disarmati e lo scontro provocò morti e feriti tra di loro. Lazzaretti morì a 44 anni e, nonostante la condanna ufficiale, divenne una figura di culto popolare nella zona.

Oggi la sua eredità è ricordata attraverso la Chiesa Giurisdavidica e un centro di studi a lui dedicato ad Arcidosso. La sua vita rappresenta un intreccio di misticismo religioso, attivismo sociale e martirio in un’Italia post-unitaria in fermento.

IL GIARDINO DEI TAROCCHI A CAPALBIO

 https://irintronauti.altervista.org/giardino-dei-tarocchi/

GLI ASCETI DELLA MAREMMA

 

Gli asceti della Maremma erano uomini e donne che, soprattutto nell’Alto Medioevo, scelsero di ritirarsi dalla società per condurre una vita di preghiera, contemplazione e penitenza nelle zone più selvagge e isolate della regione. La Maremma, con le sue pianure inospitali, le foreste fitte e le paludi, offriva un ambiente ideale per chi cercava la solitudine e il distacco dal mondo materiale, secondo la tradizione cristiana della fuga mundi (fuga dal mondo)12.

Tra questi asceti si ricordano figure come San Guglielmo di Malavalle, che dopo una vita avventurosa e un lungo pellegrinaggio, si stabilì nei pressi di Castiglione della Pescaia, dove visse in totale isolamento e preghiera. La sua esperienza diede origine all’Eremo di Malavalle e all’ordine dei Guglielmiti, che si diffuse anche fuori dall’Italia.

Gli asceti vivevano spesso da anacoreti, cioè in completa solitudine, senza seguire una regola monastica precisa né dipendere da un superiore. Si procuravano il minimo indispensabile per sopravvivere, dedicando la maggior parte del tempo alla meditazione e alla ricerca della perfezione spirituale

San Guglielmo  dopo una vita dissoluta (sembra fu addirittura scomunicato dal Papa) decise prima di fare un pellegrinaggio a Roma, a Gerusalemme e poi a Santiago de Composteila e successivamente si ritirò in Toscana, inizialmente sul Monte Pisano (noto anche come Mons Eremiticus) poi nel Lucchese ed in Garfagnana per infine di ritirarsi a Malavalle nei pressi di Castiglione della Pescaia, nel luogo dove ancora oggi si possono vedere i resti dell’Eremo edificato dal suo discepolo.


Eremo di Malavalle, particolare

La leggenda racconta che il Santo per insediarvisi dovette combattere e uccidere con il semplice tocco del suo bastore un drago che qui dimorava. Nell’ultimo anno della sua vita Guglielmo fu raggiunto da un discepolo, Alberto che edificò l’eremo e che raccolte le regole seguite dalle asceta in un codice che tu la parte per l’ordine Guglielmiti (in Germania ed in Austria l’ordine resistette fino al XIX secolo).